Bach e Mozart, due miti a confronto

nel luglio del 1750 Bach giaceva sul letto di morte. Le condizioni di salute erano peggiorate nel corso dell’ultima settimana, e la febbre per una probabile infezione lo divorava. Le operazioni agli occhi, subite in precedenza dal medico ciarlatano John Taylor, che aveva tentato di risolvergli i problemi di miopia, l’avevano reso cieco. Non era in condizione quindi di vedere più nulla intorno a lui, ma solo di avvertire la presenza di conoscenti amici e religiosi che lo attorniavano nelle sue ultime ore a leggere i passi della Bibbia, o pregare per la sua anima. Un Pastore protestante gli sarà stato vicino per prepararlo al grande passo, e il confessore Christoph Wolle avrà ascoltato probabilmente le sue ultime volontà.

Sul letto di morte

Raccontano i biografi, che Bach sul letto di morte avrebbe trovato il tempo di dettare il corale “Vor deinen Thron tret ich hiermit”. La scena si sarebbe ripetuta con Mozart, stavolta alle prese con un pezzo di dimensioni assai maggiori, che avrebbe dettato pure lui al fedele Süßmayr, o, come si vede nel film Amadeus, al rivale e nemico Salieri.

Difficile crederlo

Si potrebbe pensare che Requiem e corale stiano su un piano diverso di complessità. Dettare un corale è cosa improbabile, ma fattibile, a differenza di Mozart e del suo Requiem. Mozart poveretto non poteva alzarsi, e s’era gonfiato tanto da dover restare immobile, e dolorante. L’ultima sua premura sarebbe stata quella di scrivere voci e orchestra, senza aver avuto il tempo di metter giù degli schizzi preparatori. Ognuno è disposto a credere che avesse tutto già chiaro in mente, ma l’impresa è impossibile. Il Requiem è una composizione troppo complessa, specie per chi non ne ha ancora scritto uno.

Firmato di mia mano

La firma “di propria mano 1792” posta in cima al Requiem di Mozart fuga ogni dubbio residuo, e ci convince che si tratta di un mito. Ma nel caso di un Corale, che è di dimensioni ridotte, il fatto parrebbe essere successo per davvero.

“di me W.A. Mozart, manu propria (firmato di mia mano)”

La dipartita degli eroi

Il testo del corale bachiano “Vor deinen Thron tret ich hiermit” prega Dio, chiede perdono e implora pietà per il peccatore. Ma anche questo piccolo corale luterano, tanto quanto il Requiem cattolico, presenta gli stessi problemi. I compositori tedeschi pare che debbano andarsene da questo mondo così come sono venuti, ossia da eroi, e che le loro imprese vadano suggellate da un prodigio dell’ultima ora

Un corale misterioso

La stesura del corale bachiano è avvolta infatti nel mistero, e non si tratta affatto di un pezzo semplice; è una delle più complesse architetture che implicano l’uso contemporaneo di artifici contrappuntistici. Non è una cosa che si improvvisa così su due piedi se non si è perfettamente lucidi, e padroni delle tecniche compositive.

L’anonimo

Come nel caso di Mozart, anche per Bach il copista rimane rigorosamente anonimo. Il frammento, che molti considerano dettato nota per nota da Bach mentre stava morendo, è lungo solo 25 battute che si interrompono di colpo. Allo stesso modo il Requiem finisce all’improvviso e fiumi e fiumi di inchiostro si sono dedicati a descrivere l’attimo in cui Mozart posò la penna.

Riveduto e corretto

Il corale bachiano fu pubblicato postumo nel 1751 insieme all’Arte della fuga, ma con il testo cambiato (BWV 668a) e in forma di partitura piuttosto che su due pentagrammi per tastiera com’era nel manoscritto originale. La cosa strana è che, rispetto alla prima versione, quella edita presenta dei miglioramenti, come se qualcuno avesse voluto correggere il Sommo.

In una nota alla prima edizione dell’Arte della fuga, Carl Philipp Emanuel Bach testimoniò che fu il padre in punto di morte ad aver dettato estemporaneamente a un anonimo amico questo suo corale. E che bisogno c’era allora di cambiarlo, quando lo si stampò, se si volevano rispettare le ultime volontà del Maestro? Il pezzo suonava bene già così com’era.

Il miracolo si ripete

Si ripeté quindi il miracolo del Requiem mozartiano, che è dettato in punto di morte nella più precaria delle condizioni, non è finito, eppure venne pubblicato in versione riveduta e corretta. Come in Mozart, così in Bach non si sa nulla dell’anonimo trascrittore. C’è pure il problema, nell’uno e nell’altro caso, di verificare le testimonianze. Constanze Mozart non è attendibile per le molte ragioni che abbiamo evidenziato in Mozart La costruzione di un genio. Quando Mozart muore, Constanze non era presente; il figlio di Bach neppure, quando morì il padre. Carl Philipp Emanuel non era lì a Lipsia e quindi come fa a testimoniare, e come si fa a credergli?

Come per il Requiem, anche nel caso di Bach ci fu una pletora di studiosi disposti a prestar fede a fatti inventati, e così, oltre al mito della morte di Mozart, ecco venire alla luce quello di Bach. Nella seconda edizione dell’Arte della fuga del 1752 il teorico Friedrich Wilhelm Marpurg scrisse che Bach aveva dettato il corale lì per lì sul suo letto di morte, e una bugia ripetuta vale più di mille verità.

La ricostruzione dei fatti

La biografia di Johann Nikolaus Forkel del 1802 si basava in larga parte sulle informazioni date da C.P.E Bach e quindi il miracolo del corale fu dato per scontato. Forkel addirittura identificò l’anonimo “amanuense” cui Bach avrebbe dettato il corale, tale J.C. Altnikol, e la data del miracolo avvenuto qualche giorno prima del decesso.

Come per il Requiem non valsero le proteste ragionevoli di chi subodorò l’imbroglio. Il fatto che le parti di Mozart sembrino piuttosto copiate che venute giù di getto dalla mente di un moribondo, non scalfì il mito di una virgola. E lo stesso successe per Bach.

Un’improvvisazione durata 35 anni

Per il corale si accorsero che quello dettato dal musicista nelle ultime ore di vita in realtà non era stato composto nelle ore precedenti il decesso, bensì nel 1715! Non si trattava quindi di un’improvvisazione estemporanea, come s’era creduto sino ad allora, ma c’erano voluti 35 anni per preparalo! Il corale mitico è in pratica “l’espansione” di un altro corale (BWV 641) dell’OrgelBüchlein che Bach aveva messo per iscritto da giovane.

Presunto ritratto di Bach del 1715

Le gesta degli eroi

La vita di Bach (dio), quella di Mozart (divino fanciullo) o di Beethoven (il Titano) furono equiparate alle imprese di semidei. Dopo la delusione per la scoperta di fatti imbarazzanti, seguì quindi il lavorio degli esegeti per spiegare al pubblico come stavano le cose, e tranquillizzarlo. Nel caso del Requiem di Mozart, si disse che non aveva scritto lui tutta la composizione ma l’aveva comunque descritta, e in modo assai preciso, a colui il quale non lo mollava mai un istante al suo capezzale, e che seppe ricostruirla poi al momento opportuno. Per Bach invece ci si inventò che il Maestro s’era ricordato nei suoi ultimi istanti di un pezzo del 1715, e l’aveva variato ricamandoci sopra dei meravigliosi ornamenti. Cantandolo lì per lì, cieco e delirante per la febbre sul letto di morte, lo avrebbe dettato anche lui nota per nota a un misterioso ammiratore. Se la menzogna aveva funzionato per uno, a maggior ragione funzionerà per l’altro.

Conclusioni

L’importante, per la musicologia “scientifica”, è poter contare sempre sul fatto che c’è qualcuno che se la beve.



Bibliografia di riferimento

David Yearsley,
Bach and the Meanings of Counterpoint
Editore: Cambridge University Press

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart The Fall of the Gods

– Part 1
Language: English

Pages: 474
ISBN: 978-8831681964

The English translation is finally available!

Mozart The Fall of the Gods is an editorial success that revolutionized the way of thinking about Mozart.

link alla versione italiana: Mozart La caduta degli dei – parte prima)

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It collects the results of the researches on 18th-century music and on Mozart, an author revered as a god for over two centuries. The authors asked themselves the reasons for that cult, and they removed the many clichés from biographies, such as the one of the genius of nature.
Until the last century, the trend was to minimize problems, so as not to disturb the image impressed on the public’s mind. This work, divided into two parts, identifies some contradictory points of the immense Mozartian bibliography, verifies and analyze them.
It reports the sources of each of the almost 2000 citations, to allow the reader to verify them. Mozart The Fall of the Gods – Part 1 is a Copernican revolution that upset the musical world. Now in English!

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart la caduta degli dei – Parte seconda

Editore: Youcanprint
Pagine: 490, Brossura
ISBN: 978-8892653399
(continua…)

Mozart la caduta degli dei Parte seconda

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart La costruzione di un genio
Editore: Youcanprint
Pagine: 146, Brossura
ISBN: 978-8831632010
(continua…)

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart Il flauto magico
Editore: Youcanprint
Pagine: 318, Brossura
ISBN: 978-88-27826-52-2
(continua…)

Mozart Il flautro magico

Sitografia

Mozart Il flauto magico
www.mozartilflautomagico.it

Mozart La caduta degli dei
www.mozartlacadutadeglidei.it
www.mozartlacadutadeglidei.com

italianOpera
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