“Ergo interest, an quis”, “quaere superna”;
Recitativo e aria per soprano, 2 violini, viola e basso K 143
Musica: ? (C’è una copia del K 143 fatta da Mozart presumibilmente dopo il 1772).
Luogo: ?
Data: ?
Movimenti: Recitativo in C; Aria in 3/4.
Organico: [2 violini, viola, basso].
Tonalità: sol maggiore.
Fonti: L’autografo è alla Biblioteca del Congresso di Washington., segnatura ML96.M97.
Lettere: Nelle lettere del 3 febbraio 1770, e del 4 agosto 1770 si parla genericamente di mottetti.
Lo stato del manoscritto K 143
L’autografo del recitativo e aria per soprano e archi K 143 (WSF 1/79), alla Biblioteca del Congresso di Washington, è costituito da 4 fogli in formato orizzontale 22.7: 29.7 cm, con 10 pentagrammi a pagina: la carta è granulosa e la filigrana non è non riconoscibile. Le pagine scritte sono 7 e non sono numerate. L’inchiostro è marrone nerastro. Nella prima pagina in alto a sinistra è probabilmente l’editore André ad aver scritto in inchiostro nero “N.2”, mentre è forse stato Stadler a aggiungerci il titolo “Aria per un soprano” in inchiostro marrone. In alto a destra a matita qualcuno ha scritto gli strumenti, “2 volini, viola, Basso e Soprano”. Nel bel mezzo c’è come al solito Nissen, secondo marito di Constanze Mozart, che certifica la grafia: “di Mozart e di sua mano”. Sul lato destro l’editore André ha aggiunto la data approssimata 177- e sopra con inchiostro tendente al rosso c’è “239”, che è il numero di catalogo di Gleissner. In basso a sinistra la sigla B&H sta per Breitkopf & Härtel, che hanno visionato il K 123 “il 2 Novembre 1799”. Sulla destra in basso c’è il numero “/ 77 /” del catalogo André. Sul margine sinistro, scritta in verticale, c’è l’annotazione più recente con il numero “Köchel 143”.
Alle battute 3/4, 18/19, 23/24, 32/33, 42/43, 52/53, 62/63, 70/71, 79/80, 87/88, 96/97 prima o dopo la stanghetta di battuta, sono i numeri da 2 a 12, aggiunti forse in seguito dall’incisore e indicano l’inizio di un nuovo sistema di pentagrammi.
Una bella copia
Tutti hanno scritto qualcosa tranne Mozart che, a parte la musica, non ha messo nè nome, né data, né firma. Wolfgang, secondo NMA, ha segnato alcune crocettine sopra la parte di violino a intervalli abbastanza regolari di battute, che erano serviti probabilmente in fase di copiatura, da parti separate, per non perdere il segno. Compaiono infatti alle battute 8/9, 23/24, 28/29 , 38/39, 47/48, 57/58, 66/67, 75/76, 83/84, 91/92, 100/101 .
K 143. Alcune criticità
Non ci sono copie e stampe antiche. L’AMA, la vecchia edizione critica delle opere di Mozart, ha fatto affidamento solo su questo manoscritto. L’autore del libretto è sconosciuto.
Nella musica, Mozart non ha segnato quasi nulla, manca anche il tempo, lo stacco, e il nome degli strumenti. Il testo latino, seppur breve, è scorretto laddove Mozart al posto di “terrena” scrive “terena”, per 5 volte consecutive.
A battuta 25 dell’Aria Mozart mette due fa# ai secondi violini e l’edizione critica lo corregge, dicendo che Mozart ha sbagliato! Come? C’è chi insiste nel dire che Mozart anticipa la cosiddetta “seconda Scuola di Vienna”, ed è alla costante ricerca di soluzioni dissonanti. Qui, per coerenza, si dovrebbe far eseguire il pezzo così come l’ha scritto l’autore. Perché tutti lo cambiano?
L’errore del copista
Mozart copia in bella e dimentica di scrivere le note del canto! Non sta certo componendo! Nella battuta 49, per concludere la frase, mancano almeno una nota, due pause e il testo cantato “sunt” che nell’originale, dal quale Mozart deve aver copiato, erano probabilmente analoghi a quelli di battuta 98 (qui sotto a sinistra). Le edizioni moderne, infatti, pescano da battuta 98 e completano la battuta 49 del soprano lasciata in bianco da Mozart, come si vede nella terza immagine qui di seguito.
A battuta 94 la frase originale terminava con un sol che Wolfgang ha successivamente cancellato, allungando la frase cantata.
L’autografo del K 143
Il recitativo e aria “Ergo interest, an quis”, “Quaere superna” K 143 è scritto in stile italiano. I contorni melodici non hanno i caratteri della musica di Mozart. L’autenticità del pezzo non può essere provata per quella strada. Non c’è riuscito chi l’ha fatto in base all’analisi stilistica. Si finisce a prestar fede al giudizio dell’orecchio.
Non ci sono neppure prove esterne, che possano farci dire che è di Wolfgang. Leopold Mozart, nella lettera inviata da Milano il 3 febbraio 1770, parla di 2 mottetti latini di Wolfgang scritti per due castrati, e Wolfgang afferma nel poscritto alla lettera del padre del 4 agosto 1770, inviata da Bologna, che lui, oltre alle arie, ha “anche scritto un Mottetto”. Ma non dice affatto come s’intitola, non dà suggerimenti circa la musica. La bozza di quel mottetto è certamente andata perduta.
L’autografo del K 143 non rivela nulla dell’autore reale. Questa unica fonte è una bella copia, redatta forse tra il 1772-1774, come pare dallo studio della grafia. Potrebbe benissimo riprodurre un’opera di un altro compositore, come capita ad esempio per il minuetto K 122.
Ipotesi ad hoc
Questo brano “non è affascinante dal punto di vista compositivo”, e a
Hellmut Federhofer sembra impossibile che Mozart se lo sia copiato per studio. Egli presume sia autentico perché è insignificante! Il suo ragionamento “scientifico” pretende di entrare nella testa di Mozart e sindacarne i gusti.
Probabilmente a Mozart il pezzo piaceva, se l’ha scritto. Federhofer insiste invece a dire, che se Mozart l’avesse copiato per studio, avrebbe scelto di meglio. Questo escluderebbe, secondo lui, che il pezzo l’abbia composto qualcun altro! L’ipotesi ad hoc di Federhofer contraddice quelle altre solite ipotesi ad hoc, cioé che il pezzo è brutto e quindi non può essere di Mozart. La cosa varrà ad esempio per il concerto per violino e orchestra K 268, come abbiamo visto in dettaglio nei nostri libri Mozart La caduta degli dei.
Questioni di autenticità
Nessuno ha mai sollevato dubbi circa l’autenticità del K 143, e questo basta alla NMA per includerlo tra i pezzi autentici.
Ci aveva già pensato Köchel a inserirlo tra le opere “certe”, e la sua decisione è confermata nell’ultimo aggiornamento del catalogo. Lui lo data al 1772, ma da quello che ipotizza potrebbe essere anche del 1779. Insomma nessuno ne sa nulla, e il riferimento, in nota, è sempre quello della lettera di Leopold del 1770, quella nella quale si parla solo di generici mottetti.
Gli commissionano 2 mottetti ma riesce a finirne solo 1
Poggi e Vallora (Mozart. Signori il catalogo è questo) affermano che il K 143 è stato composto a febbraio del 1770, e precisano pure il luogo dove fu eseguito: a Milano, cioè nel palazzo del governatore Firmian. Danno per certo che sia uno dei due mottetti dei quali parla Leopold nella lettera del 3 febbraio 1770, anche se riportano la lettera del 4 agosto 1770, in cui Mozart, facendo un po’ il sunto della sua produzione, dice d’aver scritto in tutto un solo mottetto. Ora si sa per certo che:
- quel Recitativo e Aria hanno carattere operistico;
- i pezzi non sono firmati, non hanno data né luogo, e sono una bella copia;
- l’originale è perduto;
- la musica è databile circa a dopo il 1772.
Quello che è scritto nella voce del catalogo di Poggi e Vallora non è supportato pertanto da alcuna prova. C’è da dubitare persino dell’autore, che molto probabilmente non è Mozart.
Anche Gherardo Casaglia (Il catalogo delle opere di W.A. Mozart) dà per certo che sia “un mottetto latino” e che è stato scritto a Milano tra l’1 febbraio e il 5 febbraio 1770. Anche ammesso che la lettera di Leopold parli proprio di questo K 143, come è possibile retrodatare la composizione? Mozart stava scrivendo un mottetto (generico) nella lettera del 3 febbraio e entro l’agosto pare ne abbia finito uno solo. Nei primi giorni di febbraio il mottetto non era ancora pronto.
Wyzewa e De Saint-Foix
Wyzewa e De Saint-Foix esprimono idee originali riguardo al mottetto K 143, da loro numerato al WSF I/79. L’origine di questa aria religiosa, dicono, “ci viene rivelata da un passaggio di una lettera di Leopold Mozart”. I due musicologi la citano espressamente. Leopold scrive da Milano a sua moglie il 3 febbraio 1770, ma non dice esattamente di che pezzi di musica stia parlando. “Wolfgang non può scriverti oggi, perché sta componendo due mottetti latini per due castrati, uno dei quali ha quindici anni e l’altro sedici. Questi giovani lo hanno pregato di farlo; e poiché sono i suoi compagni e cantano molto bene, non poteva rifiutare”. D’altra parte, Mozart di quei mottetti riuscì a finirne uno solo. Da Bologna, il 4 agosto successivo, Wolfgang scriverà infatti a sua sorella che ha composto in Italia “cinque o sei brani, oltre a un mottetto”. Wyzewa e De Saint-Foix , forse presenti a quella scena, assicurano che il mottetto a cui Mozart fa riferimento è “evidentemente” l’Offertorio K 117.
Un mottetto di troppo
Anche il K 143, pur essendo solo un’aria, solletica la curiosità dei due musicologi francesi. Si tratta di un pezzettino, ma chi può negare, secondo loro, che facesse parte di un’opera di più ampio respiro. “Potremmo considerarlo un piccolo mottetto isolato”, così dicono, e il K 143 deve essre “sicuramente” il secondo di quei “due mottetti” menzionati dal padre! E com’è possibile? Il fatto che Mozart ne abbia composto alla fin fine uno solo, com’ebbe a riconoscere nella lettera successiva, dovrebbe inficiarne il ragionamento. Per loro è invece “indiscutibile” (parola che non ha nulla di scientifico) che questo numero sia stato composto contemporaneamente all’aria intercalata del motetto K 117, e che quindi risale come il mottetto K 114 al primo soggiorno a Milano! L’ipotesi è affascinante, ma si regge sul nulla.
Trascendentale?
Questo pezzo di chiesa, che secondo Federhofer non ha nulla di trascendentale, anzi è ben poca cosa e per nulla mozartiana, per Wyzewa e De Saint-Foix è al contrario quanto di più mozartiano possa esistere. Si tratterebbe di “una piccola opera”, molto simile a quelle che il bambino comporrà nel marzo del 1770 “per dimostrare di essere capace di scrivere una”. Ma non aveva già scritto la Finta semplice?
Assomiglia a un pezzo spurio
Il pezzo non indica l’organico che comunque si limita agli archi, eppure per Wyzewa e De Saint-Foix la strumentazione così generica ricorda “quella della sinfonia milanese K 95”, il cui manoscritto è perduto, della quale però non si può essere certi né della data di composizione, né del luogo, né dell’autore.
A lezione da Padre Martini
L’aria deve esser piaciuta ai due musicologi, ma il recitativo proprio no. La musica, osservano, “non attesta il minimo sforzo di espressione religiosa”. Al fanciullo “le lezioni di padre Martini non hanno ancora fruttato la possibilità di un uso propriamente religioso del genio italiano”. Wolfgang “si è limitato a improvvisare un piccolo recitativo secco operistico, di quelli più insignificanti al mondo” che finisce nella solita cadenza. Di quello che gli ha insegnato Martini, Wolfgang evidentemente non aveva trattenuto nulla, anche perché a ripetizione da Martini ci andrà, forse, qualche mese più tardi!
Effetti un poco comici
La parte principale dell’aria è “una vera cantilena d’opera”, molto dolce e cantabile, ma “senza alcuna relazione con il significato delle parole”; “è anche un po’ comico vedere come Mozart, la seconda volta che appaiono le stesse parole, usi una modulazione inaspettata e sorprendente, mentre la prima volta lo stesso testo non ha dato luogo a nessun accidente dello stesso tipo”. Le cadenze sono ancora “piuttosto rudimentali” e l’intera aria “è lontana dall’avere una parvenza vocale”. È una melodia strumentale, “altrettanto piacevole da ascoltare quando viene suonata per la prima volta dal violino, così come quando viene intonata dalla voce”.
Conclusioni
Ma ancora più particolare è che, nonostante manchi quasi tutto per attribuirla a Mozart, ognuno ne parli come di cosa familiare, dando per certo dove fu scritto il K 143, quando, e pure il luogo esatto. Tanta sicurezza ha fatto sì che il recitativo e l’aria fossero inclusi tra i lavori certamente autentici del compositore, e che il pezzo operistico fosse da considerarsi, per ragioni di fede, un mottetto.
Bibliografia
Riguardo agli anni dal 1756 al 1781:
Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart The Fall of the Gods
– Part 1
Language: English
Pages: 474
ISBN: 978-8831681964
The English translation is finally available!
Mozart The Fall of the Gods is an editorial success that revolutionized the way of thinking about Mozart.
link alla versione italiana: Mozart La caduta degli dei – parte prima)
Bestseller in Italy, subject of study at the University, the book was adopted in the courses of High Music Schools, and discussed in 24 episodes of the Vatican Radio.
It collects the results of the researches on 18th-century music and on Mozart, an author revered as a god for over two centuries. The authors asked themselves the reasons for that cult, and they removed the many clichés from biographies, such as the one of the genius of nature.
Until the last century, the trend was to minimize problems, so as not to disturb the image impressed on the public’s mind. This work, divided into two parts, identifies some contradictory points of the immense Mozartian bibliography, verifies and analyze them.
It reports the sources of each of the almost 2000 citations, to allow the reader to verify them. Mozart The Fall of the Gods – Part 1 is a Copernican revolution that upset the musical world. Now in English!
Sul periodo dal 1781 in poi, per la musica da camera e le opere vocali:
Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart la caduta degli dei – Parte seconda
Editore: Youcanprint
Pagine: 490, Brossura
ISBN: 978-8892653399
(continua…)
Sui rapporti con la massoneria, gli illuminati di Baviera e le altre sette esoteriche:
Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart Il flauto magico
Editore: Youcanprint
Pagine: 318, Brossura
ISBN: 978-88-27826-52-2
(continua…)
Per tutto ciò che segue il 1791, e il catalogo tematico delle opere di Mozart:
Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart La costruzione di un genio
Editore: Youcanprint
Pagine: 146, Brossura
ISBN: 978-8831632010
(continua…)
Sitografia
Mozart Il flauto magico
www.mozartilflautomagico.it
Mozart La caduta degli dei
www.mozartlacadutadeglidei.it
www.mozartlacadutadeglidei.com
italianOpera
www.italianopera.org
www.italianopera.it