Casanova fresco di laurea
Giacomo Casanova terminati i suoi studi a Padova rientrò a Venezia, con o senza la laurea. Fresco di studi, aveva deciso di darsi alla pazza gioia. Scelse dapprincipio la carriera ecclesiastica, che gli consentiva l’ingresso nel gran mondo. Ricevette la tonsura e gli ordini minori, trascorrendo il suo tempo diviso tra i doveri ecclesiali, come predicatore a Venezia, e le distrazioni profane.
«Di mattino una messetta, dopo il desinare una bassetta e la notte una donnetta»
(Casanova)
Finito di pronunciare i sermoni alla chiesa di San Moisé, come racconta nelle Memorie, Casanova sedeva volentieri al tavolo da gioco. O partecipava alle riunioni tra intellettuali in casa del curato di San Samuele. Il tempo restante lo trascorreva in compagnia di Giulietta Cavamacchi, la cortigiana. Altrimenti s’intratteneva con Nanette, Marton, o Lucia, che, stando almeno a quel che dice, furono le sue prime conquiste.
Egli abitava nella bella casa di San Samuele, che sua madre, malgrado fosse stato assente, aveva mantenuto a Venezia. Lì la vecchia Marzia, sua nonna, l’ammirava e perdonava ogni suo eccesso.
Il senatore Malipiero, e la nobildonna Manzoni, sua amica fedele e chiaroveggente, intanto lo proteggevano, considerandolo un po’ come un bambino.
Giacomo Casanova seguì dei corsi di fisica al Collegio della Salute. Nel contempo egli preparava dei retorici sermoni, per declamarli nella chiesa del Santissimo sacramento. Sarebbe certo diventato un predicatore illustre a Venezia, se un giorno non si fosse ingarbugliato e confuso nel bel mezzo della declamazione. Si segnò la data dell’episodio increscioso, che per lui fu evidentemente significativo. Era il 19 marzo 1741.
Il novello predicatore si dimenticò quel che avrebbe dovuto dire a memoria. Per l’eccessiva sicurezza, Casanova non aveva studiato il testo, che aveva concordato puntigliosamente con il prete. Si distrasse invece tutta la settimana, preso com’era dalle sue avventure. E così fece una brutta figura. La gente se ne andò via borbottando tutta indignata. Giacomo volle rinunciare, da allora in poi, al sogno di divenire, un giorno, un grande oratore.
Quando morì la nonna, Zanetta decise finalmente di sbarazzarsi della casa di Venezia. Per Casanova quello fu un problema.
Egli si vide costretto a trasferirsi nel Collegio di San Cipriano sull’isola di Murano, e fu poi imprigionato al Forte di Sant’Andrea. Gli si presentò infine l’occasione d’andarsene da Venezia, per tentar fortuna altrove, visto che lì, malgrado la giovane età, s’era fatto fama di scapestrato.
Sua madre aveva incontrato a Varsavia un giovane e saggio monaco, Bernardino de Bernardis, che ella era riuscito con qualche intrigo a far nominare vescovo di Martorano in Calabria. Il buon uomo,
«vescovo in grazia di Dio e di sua madre» – dice Casanova – si era offerto di proteggere Giacomo e di far la fortuna di sua madre. Offrì al giovane, in cambio del favore, d’essere suo protetto e di divenire a sua volta, come minimo, porporato. Fu per incontrare quel monaco che Casanova si imbarcò, un giorno di luglio del 1743, alla Piazzetta, alla volta della Calabria.
Da quel viaggio cominciano ufficialmente le avventure di Giacomo Casanova, che hanno affascinato da sempre un poco tutti.
(testo di Luca Bianchini, liberamente ispirato a Jacques Casanova, Vénitien; une vie d’aventurier au XVIIIe siècle di Charles Samaran, Parigi, 1914)
Casanova e Mozart
Di Casanova, delle sue Opere, e dei legami con le Nozze e il Don Giovanni di Mozart, parla in dettaglio il libro Mozart la caduta degli dei di Luca Bianchini, Anna Trombetta, Lecce, 2018.
La vita di Casanova è suddivisa in più capitoli, che comiciano da Calle della Commedia!