Messa K 115

Musica: ?
Luogo: ?
Data: ?

Movimenti: Kyrie: Adagio in C, Allegro in C tagliato; Gloria: Allegro in C; Credo in C; Sanctus in C.
Organico: S, A, T, B, e organo.
Tonalità: Kyrie in do maggiore; Gloria in do maggiore; Credo in do maggiore; Sanctus in do maggiore.

Fonti: manca l’originale, c’è solo una copia.

Lettere: non ci sono riferimenti nelle lettere alla Messa K 115.

L’influsso di Padre Martini

A Radio Vaticana, nel corso di numerose puntate monografiche dedicate a Mozart la caduta degli dei Parte prima, Mozart la caduta degli dei – Parte seconda, Mozart Il flauto magico abbiamo descritto alcune delle opere più significative di Mozart, nel genere da camera, in quello sinfonico, teatrale e sacro. Qui approfondiamo alcuni temi, riguardanti la produzione sacra e quello che hanno raccontato i musicologi nel corso degli ultimi due secoli. Numerosi sono stati gli errori nell’attribuire al Salisburghese lavori che non ha mai composto.

Scrive l’Abert che alcune messe incompiute erano nate sotto “l’evidente” influsso di padre Martini. I manoscritti, osservava Abert, risalivano al periodo compreso tra il 1770 e il 1772. “Il nuovo mondo”, come l’aveva definito il musicologo tedesco, si schiudeva allora a Mozart. Riflesso di quella scoperta sarebbe la Messa in do maggiore K.115 interrotta alla nona misura del Sanctus.

Lontana dallo stile napoletano

Gli studi più recenti, scrive Abert nella biografia che ancora utilizzato nelle Università e Scuole d’alta formazione, datano “giustamente” l’autografo alla tarda estate del 1770. “Qui tutto ricorda l’antica musica sacra italiana, così tenacemente difesa da padre Martini”. Abert vede ben chiaro l’accompagnamento affidato solo all’organo, e l’onnipresenza del contrappunto rigoroso. La particolarità del lavoro sarebbe lo stile, che in nessun’altra messa di Mozart si manterrebbe “così distante da quello napoletano di allora”.

La K 115 preannuncia il Requiem

Nella biografia di Mozart, Abert si sofferma sull’“Et incarnatus est” che con le sue misteriose ed audaci armonie “quasi preannuncia il Requiem”, pezzo che in quanto a autenticità ha pure i suoi problemi. E ancora “il fertile tema della fuga finale del Credo, “condotta del resto con grande abilità”, ricorda al biografo “le vecchie fughe al tempo degli studi salisburghesi”. Di quali fughe si tratti Abert non precisa, anche se di fughe propriamente dette Mozart ne ha scritte poche. Rileva piuttosto che non si può che “rimpiangere” il fatto che che Mozart sia dovuto rientrare in Salisburgo, e che non sia diventato “l’alleato stabile di padre Martini e del suo stile sacro”, allora disprezzato perché fuori moda, “ma in realtà pieno di carattere”.

La storia infinita

La storia del K.115 comincia nel 1856 quando Jahn, annota l’esistenza di una Messa per 4 voci soliste e organo completa sino al Sanctus, del quale si conservavano però solo 9 misure. Il pezzo doveva risalire secondo lui agli anni 1770.

Arrangiata e falsificata


Nell’Ottocento Köchel s’accorse che un “autografo” della K 115 era nelle mani dell’editore André. Egli lo attribuì senz’altro all’anno 1771 e lo catalogò al numero K 115. A fine Ottocento gli editori Breitkopf & Härtel inserirono la Messa K 115 nella Serie dell’Opera omnia del Salisburghese, e poi la pubblicarono in partitura separata. La Messa fu arrangiata, completata, falsificata nelle successive edizioni.

Catalogo Koechel, Messa K 115 di Mozart
Catalogo Koechel, Messa K 115 di Mozart

Le certezze della scienza

Nessuno fu d’accordo su nulla, ma ognuno fu certo di tutto. Chi la piazzò al 1770, chi prima, chi dopo al 1773 e oltre. Théodore de Wyzewa e Georges de Saint-Foix ipotizzarono fosse stata scritta da Mozart proprio durante il soggiorno a Bologna del 1770. Schiedermair la collocò invece a Vienna nel 1773, mentre Alfred Einstein ci vide una musica coeva alla Messa della Trinità K 167 composta nel giugno del 1773 a Salisburgo. Per Einstein la K 115 rappresentava quel che lui definì il “frutto immediato” degli studi di Wolfgang con Haydn. Ci vide anche dei richiami a Eberlin e Adlgasser. Per questo nel catalogo che curò nel 1936 la spostò nei pezzi scritti da Mozart all’inizio dell’estate 1773.

Ipotesi ad hoc

Non tornandogli documentalmente i conti, Einstein sostenne che Mozart aveva smesso di scrivere la K 115 per colpa dell’arcivescovo, il quale, ignorantissimo di capolavori musicali, richiedeva musiche più brevi per l’ufficio della cattedrale di Salisburgo, infischiandosene dei tesori che Mozart gli sfornava.

Semplicemente copiata

Gli estensori dell’ultima edizione del catalogo Koechel, la sesta, mantennero le note di Einstein, aggiungendo stavolta che la Messa K 115 poteva pur essere di un compositore sconosciuto. Una semplice copia! Le certezze, estratte dal cilindro della musicologia scientifica, scomparvero da dove eran venute: nel nulla.

Che sia del padre?

Negli anni Sessanta la casa editrice Fox di New York stampò una riduzione per pianoforte di una Messa in do maggiore di Leopold Mozart elencata da Seiffert nel Catalogo delle sue opere. E successivamente lo studioso Pfannhauser mostrò le numerose somiglianze tra questa Messa in do di Leopold e la K.115 di Wolfgang. Alcuni passaggi erano proprio identici. La Messa K.115 non sarebbe quindi una composizione di Wolfgang ma semplicemente un estratto che Leopold ha ricavato dalla sua Messa in do che risale a prima del 1764.

A lezione a 4 anni?

I musicologi più blasonati, nonostante le peer review, le tavole rotonde e gli estenuanti comitati di studio, avevano sbagliato persino sugli anni, e non di poco: dal 1773 o giù di lì, erano piombati al 1760, quando Mozart aveva quattro anni. A quell’età Amadé non poteva certo aver preso le lezioni da Padre Martini, come insegnava l’Abert, e come si continua a insegnare oggi nelle scuole di musica italiane. La K 115 non può essere usata come prova delle presunte lezioni impartite a Bologna da padre Martini a Mozart.

Di proprietà di un signore

L’altro duro colpo alla credibilità della cosiddetta musicologia scientifica avvenne nel 1975. Quell’anno si tenne l’asta della Sotheby’s di Londra. Al lotto in vendita stava un altro manoscritto della Messa K.115 di “proprietà di un signore”, che lo rinvenne in un pacco avvolto insieme ad altri documenti d’ufficio in una delle sedi di André ad Offenbach. Dalla grafia, si ipotizzò l’avesse scritto Leopold, e si stabilì anche che la Messa di Leopold non era stata composta per la cattedrale di Salisburgo, ma per la casa arcivescovile molto prima del 1764, osservando quanto fosse simile a una cantata in stile napoletano.

Errare è umano

L’Abert aveva sbagliato quindi sull’autore, sulla data, sul luogo, e anche riguardo allo stile, che aveva definito non napoletano, secondo lui un caso unico tra le opere sacre di Mozart. E dopo di lui avevano preso lucciole per lanterne pure gli altri. E la NMA, nuova edizione critica delle opere di Mozart, dà la K 115 per inesistente.

La mela non cade mai lontano dall’albero

Si dubitò quasi subito anche di Leopold. Talis filius, talis pater. La Messa in do, quindi la K 115, non era affatto un pezzo suo, come i mozartiani s’erano affrettati a stabilire. Il passaggio “Et resurrexit” della Messa in do attribuita prima a Leopold Mozart, corrisponde infatti a due sezioni di una Litania di Holzbauer, eseguita per la prima volta a Vienna nel 1765.

Perseverare è diabolico

Non è neppure certo si tratti di musiche originali di Holzbauer, perché quest’ultimo potrebbe averle copiate dal repertorio popolare settecentesco. L’unica cosa sicura è che la K 115 non è di Mozart, anche se ostinatamente continua ad essergli attribuita.



Bibliografia di riferimento

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart The Fall of the Gods

– Part 1
Language: English

Pages: 474
ISBN: 978-8831681964

The English translation is finally available!

Mozart The Fall of the Gods is an editorial success that revolutionized the way of thinking about Mozart.

link alla versione italiana: Mozart La caduta degli dei – parte prima)

Bestseller in Italy, subject of study at the University, the book was adopted in the courses of High Music Schools, and discussed in 24 episodes of the Vatican Radio.
It collects the results of the researches on 18th-century music and on Mozart, an author revered as a god for over two centuries. The authors asked themselves the reasons for that cult, and they removed the many clichés from biographies, such as the one of the genius of nature.
Until the last century, the trend was to minimize problems, so as not to disturb the image impressed on the public’s mind. This work, divided into two parts, identifies some contradictory points of the immense Mozartian bibliography, verifies and analyze them.
It reports the sources of each of the almost 2000 citations, to allow the reader to verify them. Mozart The Fall of the Gods – Part 1 is a Copernican revolution that upset the musical world. Now in English!

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart la caduta degli dei – Parte seconda

Editore: Youcanprint
Pagine: 490, Brossura
ISBN: 978-8892653399
(continua…)

Mozart la caduta degli dei Parte seconda

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart La costruzione di un genio
Editore: Youcanprint
Pagine: 146, Brossura
ISBN: 978-8831632010
(continua…)

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart Il flauto magico
Editore: Youcanprint
Pagine: 318, Brossura
ISBN: 978-88-27826-52-2
(continua…)

Mozart Il flautro magico

Sitografia

Mozart Il flauto magico
www.mozartilflautomagico.it

Mozart La caduta degli dei
www.mozartlacadutadeglidei.it
www.mozartlacadutadeglidei.com

italianOpera
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K 115 Missa brevis
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I musicologi più blasonati, nonostante le peer review, le tavole rotonde e gli estenuanti comitati di studio, avevano sbagliato persino sugli anni, e non di poco: dal 1773 o giù di lì, erano piombati al 1760, quando Mozart aveva quattro anni. A quell’età Amadé non poteva certo aver preso le lezioni da Padre Martini, come insegnava l'Abert, e come si continua a insegnare oggi nelle scuole di musica italiane. La K.115 non può essere usata come prova delle presunte lezioni di padre Martini a Mozart a Bologna.
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