Lettera di Leopold Mozart da Verona a sua moglie a Salisburgo
(BD I, 152)

Di seguito è riportata in caratteri blu la lettera di Leopold Mozart del 7 gennaio 1770 tradotta dall’originale tedesco di Wilhelm A. Bauer e Otto Erich Deutsch, Mozart Briefe und Aufzeichnungen, mentre in rosso, tra parentesi graffe, è la traduzione della lettera così come l’ha pubblicata Nissen nella Biografia di Wolfgang Amadeus Mozart. Il libro di Georg Nikolaus Nissen, curato in realtà da Constanze la vedova di Mozart, è uscito postumo a Lipsia nel 1828 (vedi Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart La costruzione di un genio, Youcanprint, Tricase (Le) 2019).

Tra virgolette è il testo originale. Tra parentesi quadre sono le parti aggiunte, le quali comprendono i titoli dei paragrafi, e alcune spiegazioni dei termini o delle parole; in coda alla lettera ci sono nostri eventuali commenti e gli interventi dei lettori.

[Da Verona]

Verona, 7 gennaio 1770

calendario relativo alla lettera del 7 gennaio 1770

Mi spiace molto di non aver ricevuto il tuo primo scritto. Deve stare all’ufficio postale di Bolzano. M’informerò: perché da Innsbruck deve essere andato lì.

[Sosta a Bolzano]

Noi siamo, grazie a Dio, in buona salute! Te lo dico già all’inizio. Avresti fatto bene a scrivermi quante lettere hai ricevuto da me, perché una te l’ho scritta da Wirgl [Wörgl], una l’ho mandata tramite il cocchiere, poi una da Insprugg [Innsbruck] con la posta, e una da Botzen [Bolzano]. Devo chiederti per prima cosa di salutare il signor Ranftl, e riferirgli che siamo stati accolti con grande onore dal signor Stockhammer e che hanno offerto un pranzo costosissimo, durante il quale ho anche incontrato il mio vecchio amico signor Stickler. Al signor Kerschbaumer, insieme ai miei saluti, puoi dire che il signor Semelrock ci ha trattato con grande cortesia e ci ha dato anche una lettera di raccomandazione per Bologna. Siamo stati a Botzen [Bolzano] solo un giorno e mezzo.

[Arrivati a Rovereto]

Eravamo appena arrivati a Roveredo [Rovereto], quando è venuto da noi un certo Cristani, il quale ha fatto la parte della cameriera nella commedia Il figlio di Catone al Collegio Rupertino, e ci ha invitato a pranzo a nome del fratello per la giornata successiva. E chi era questo fratello? Tale Nicolaus Cristani che era a Salisburgo dal precettore dei paggi, il signor consigliere concistoriale Cristani, che è stato mio allievo di violino, e lui è la persona più importante di Roveredo [Rovereto] e di tutta la regione, poiché è capo del distretto a nome di Sua Maestà l’Imperatrice. Ti ricorderai ancora bene di lui, che abitava dai paggi. Appena siamo arrivati da lui, ha detto che il Wolfgang ti assomiglia, e si ricordava perfettamente il tuo aspetto. E chi abbiamo trovato lì? Il Signor Conte Septimo Lodron, il consigliere concistoriale Cristani, un certo Pilati, Vesti ecc. I primi due sono arrivati da Villa, una proprietà del conte Lodron: da Insprugg [Innsbruck] infatti era già arrivata a Roveredo [Rovereto] la notizia che noi saremmo venuti qui.

[Un’allegra tavolata]

Puoi immaginarti facilmente quanto piacere abbiamo provato nel rivederci insieme dopo 19, 20 e più anni, e quanto ci siamo divertiti a pranzo. Mentre eravamo a tavola, è venuto il cameriere particolare del signor von Cosmi che ci ha invitati a pranzo per il giorno seguente. E questa è stata di nuovo un’allegra tavolata! Tanto più che il signor von Cosmi, che è vedovo, s’era fidanzato con una graziosa signorina, con cui si è unito in matrimonio un paio di giorni dopo la nostra partenza. Ho ritrovato lì la sua vecchia signora madre e tre sorelle. Se fossimo rimasti più a lungo a Roveredo [Rovereto], avremmo dovuto abitare da lui; dovessimo tornare, ci dovremmo fermare da lui.

{A Rovereto il governatore ci ha dimostrato ogni cortesia. Da lui abbiamo trovato il conte Settimo Lodron e molti altri, che erano stati attirati là dal nostro arrivo (Nissen, 157-158)}.

[Il concerto a Rovereto dai Todesci]

Il signor barone Pizzini e il signor conte Lodron, ai quali eravamo stati raccomandati da Sua Eccellenza il Maresciallo di corte, ci hanno trattato con estrema cortesia. La nobiltà ha tenuto un concerto in casa del signor barone Todesci.

{Poco dopo la nobiltà ha fatto un concerto a casa del barone Todeschi (Nissen, 158)}.

[Onore a Wolfgang]

E chi era questo barone Todesci? Quello che a Vienna il signor Giovanni ha portato una volta da noi per sentire suonare il Wolfgang. Quale onore si sia fatto il Wolfgang è inutile scriverlo.

{È inutile descrivere tutto l’onore che s’è fatto Wolfgang (Nissen, 158)}.

[A veder l’organo della cattedrale]

Il giorno seguente, dopo pranzo, siamo andati all’organo della cattedrale; e sebbene solo 6 o 8 persone importanti avessero saputo che ci saremmo recati lì, abbiamo trovato tutta Roveredo [Rovereto] riunita in chiesa, tanto che dei tipi robusti sono stati costretti a farci strada a forza fino all’organo. Per mezzo quarto d’ora abbiamo avuto il nostro bel daffare per raggiungere lo strumento, visto che ognuno voleva stare davanti.

{Il giorno seguente siamo andati all’organo della chiesa principale [“auf die Orgel der Hauptkirche”] ; e sebbene solo 6 o 8 persone importanti l’avessero saputo, abbiamo trovato tutta Rovereto riunita in chiesa, tanto che dei tipi robusti hanno dovuto farci strada per arrivare al coro [“um uns den Weg auf das Chor zu bahnen”], e là per mezzo quarto d’ora abbiamo avuto il nostro bel daffare per raggiungere l’organo, visto che ognuno voleva stare davanti (Nissen, 158)}.

[Rovereto]

Siamo stati quattro giorni a Roveredo [Rovereto]. Questo luogo non è grande, e una volta era assai cattivo, ma, grazie agli abitanti, da tempo è diventato sempre più ricco, perché la maggior parte della gente campa della coltivazione della vite e del commercio della seta. Adesso vi sono case molto ricche, e con gli stranieri si è molto cortesi.

[Al concerto di Verona]

A Verona la nobiltà ha potuto organizzare appena dopo sette giorni [il 5 gennaio 1770] un concerto o accademia cui invitarci, perché tutti i giorni c’è l’opera. I “Cavaglieri” cui eravamo stati raccomandati sono il Marchese Carlotti, il Conte Carlo Emilij, il Marchese Spolverini, il Marchese Dionisio S. Fermo. Il Signor Conte Justi del Giardino, il Signor Conte Allegri. Eravamo sempre invitati dal signor Marchese Carlotti, come anche dal signor Loccatelli. Abbiamo pranzato due volte dal signor Marchese Carlotti, poi dal signor Conte Carlo Emilij, due volte dal signor Conte Justi, che ha un bel giardino e una galleria. Forse li trovi nelle descrizioni di viaggio di Kaysler. Ieri [6 gennaio 1770] abbiamo pranzato a casa del signor Loccatelli e oggi [7 gennaio 1770] c’è stata una gran confusione che ti devo raccontare in dettaglio. Per oggi eravamo invitati da un gentiluomo, il signor Ragazzoni.

{A Verona la nobiltà ha potuto organizzare appena dopo sette giorni un concerto (al quale eravamo stati invitati), perché tutti i giorni c’è l’opera. I “Cavaliere” cui eravamo stati raccomandati sono il Marchese Carlotti, il Conte Carlo Emily, il Marchese Spolverini, il Marchese Dionisio S. Fermo. Il Conte Giusti del Giardino, il Conte Allegri. Eravamo sempre invitati da Carlotti, come anche dal signor Locatelli. Abbiamo pranzato due volte dal primo, poi da Emily, due volte da Giusti, eccetera. Oggi [7 gennaio 1770] c’è stata una gran confusione. Eravamo invitati da un certo signor Regazzoni (Nissen, 158)}.

[Il ritratto souvenir]

L’esattore generale delle imposte di Venezia, il Signor Luggiatti, mi fece pregare dai “Cavaglieri” di consentire di fare ritrarre il Wolfgang. Questo è successo ieri mattina [6 gennaio 1770], e oggi [7 gennaio 1770], dopo la messa, ha dovuto posare per la seconda volta, e abbiamo dovuto mangiare sempre là. Il Signor Luggiatti si era recato personalmente dal signor Raggazzoni chiedendogli di cederci a lui. Sa pure a malincuore, egli dovette accondiscendere, perché Luggiatti a Venezia ha le mani dappertutto. Questa mattina [7 gennaio 1770], dopo la messa, dovevamo recarci dal signor Luggiati per un’altra seduta con il pittore prima di pranzo. Però è arrivato uno più forte, o più importante, ossia il Vescovo di Verona della casa Justiniani, il quale, per il tramite del signor Loccatelli, ci ha voluto invitare dopo la messa non solo a casa sua, ma addirittura a pranzo. Quando però ha saputo che si intendeva fare il ritratto al Wolfgang e che volevamo partire, accondiscese a lasciarci andare a pranzo dal signor Luggiatti, trattenendoci però da lui fin dopo l’una. Si procedette quindi a fare il ritratto del Wolfgang, e siamo andati a pranzare solo alle 3.

{L’esattore generale delle imposte di Venezia, il Signor Luggiatti, domandò a dei “Cavaliere” di consentire di far ritrarre il Wolfgang. Questo è successo ieri mattina, e oggi, dopo la messa, ha dovuto posare per la seconda volta. Il Signor Luggiatti chiese al signor Reggazzoni di cederci a lui. Egli dovette accondiscendere, perché Luggiatti a Venezia ha le mani dappertutto. Però è arrivato uno più importante, ossia il Vescovo di Verona della casa Giustiniani, il quale ci ha voluto invitare da lui non solo dopo la messa, ma addirittura a pranzo. Quando però ha saputo che volevamo partire, acconsentì a lasciarci andare a pranzo dal signor Luggiatti, trattenendoci però da lui fin dopo l’una. Il ritratto del Wolfgang fu quindi dipinto, e siamo andati a pranzare alle 3 (Nissen, 158)}.

[Nella chiesa di San Tommaso]

Dopo la tavolata, ci siamo recati alla chiesa di S. Tomaso per suonare sui due organi di questa chiesa [il 7 gennaio 1770]; e, sebbene questa decisione l’avessimo presa solo mentre pranzavamo e ne fossero a conoscenza tramite due biglietti soltanto il Marchese Carlotti e il Conte Pedemonte, ciò nonostante al nostro arrivo s’era raccolta in chiesa una tale folla che c’era poco spazio per scendere dalla carrozza. La calca era tale che siamo stati costretti a passare per il chiostro, dove però in un attimo ci corsero incontro così tante persone [“wo uns dann in einem Augenblicke so viele Menschen zuliefen”], che non avremmo potuto farci largo se i “Patres”, che già ci aspettavano alle porte del chiostro, non si fossero messi di mezzo. Quando la cosa è finita, lo strepito era ancora maggiore, perché ognuno voleva vedere il piccolo organista.

{Più tardi ci siamo recati alla chiesa di S. Tomaso per suonare sui due organi [“um dort auf zwey Orgeln zu spielen”]; e, sebbene questa decisione l’avessimo presa solo mentre pranzavamo e ne fossero a conoscenza tramite due biglietti soltanto il Marchese Carlotti e il Conte Pedemonte, al nostro arrivo era raccolta in chiesa una tale folla che c’era poco spazio per scendere dalla carrozza. La calca era tale che siamo stati costretti a passare per il chiostro, dove però in un attimo ci corsero incontro così tante persone [“wo uns dann in einem Augenblicke so viele Menschen zuliefen”], che non avremmo potuto farci largo se i “Patres”, che già ci aspettavano alle porte del chiostro, non si fossero messi di mezzo (Nissen, 158)}.

[In visita a Verona]

Appena abbiamo raggiunto la carrozza, ho lasciato che ci riaccompagnassero a casa; ho chiuso a chiave la stanza e ho cominciato a scrivere questa lettera. Ho dovuto liberarmi di tutti a forza, altrimenti non ci avrebbero mai lasciato in pace per il tempo necessario a scrivere . Domani andiamo con il signor Loccatelli a visitare l’Anfiteatro e altre curiosità della città, poi pranzeremo da lui, faremo quindi delle visite di congedo.

{Domani andiamo con il signor Locatelli a visitare l’Anfiteatro e altre curiosità (Nissen, 158)}.

[In partenza per Mantova]

Dopodomani faremo le valigie e mercoledì sera [10 gennaio 1770], con l’aiuto di Dio, partiremo per Mantova, che, sebbene vicina, è un piccolo viaggio invernale di una giornata a causa delle strade fangose.

[La scuola di violino]

Non sono arrivate lettere dal signor Lotter riguardo al fatto che abbia ricevuto puntualmente il danaro? Il signor Breitkopf di Lipsia non ha scritto se ha ricevuto i 100 libri? Sono stati inviati i libri a Vienna, e il signor Gräffer ha confermato che sono arrivati? Devi riferirmi in poche parole su tutte queste questioni.

[Geloni]

Anche a Salisburgo durante le festività natalizie è stato bel tempo e non ha fatto freddo? Ora però da 8 giorni abbiamo qui un freddo abbastanza forte. E pensa che ovunque pranziamo, nella sala da pranzo non c’è né un camino né una stufa. Le mani diventano spaventosamente nere-blu-rosse. Preferirei mangiare in una cantina. Un’altra volta mi soffermerò su questo tema, che è la nostra croce più grande. Devi scrivermi chiaramente come si prepara la pomata per le mani, forse ne avremo bisogno.

[Ultime raccomandazioni]

Nel frattempo impacchetta insieme 12 copie della Violinschule e mandale alla libreria di Joseph Wolf a Insprugg [Innsbruck]. Quello che dirige questa libreria di Insprugg [Innsbruck] si chiama, se non sbaglio, Felicius o Felicianus Fischer. Puoi informarti presso la stamperia di Mayr. Devi solo aggiungere un piccolo biglietto all’incirca così: Ricevete qui 12 copie della Violinschule, che da Verona mio marito mi ha dato incarico di mandarvi. Può tenerle in conto deposito come convenuto, e vendere ogni copia a 2 fiorini e 15 kreutzer di valuta tirolese, e per le copie vendute accrediterà a mio marito, nella stessa moneta, 1 fiorino e 45 kreutzer. Faccia l’annuncio nelle gazzette e addebiti questa spesa a mio marito. Ora il foglio è finito. Addio sono il tuo vecchio Mzt.


Bibliografia

Riguardo agli anni dal 1756 al 1781:

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart The Fall of the Gods

– Part 1
Language: English

Pages: 474
ISBN: 978-8831681964

The English translation is finally available!

Mozart The Fall of the Gods is an editorial success that revolutionized the way of thinking about Mozart.

link alla versione italiana: Mozart La caduta degli dei – parte prima)

Bestseller in Italy, subject of study at the University, the book was adopted in the courses of High Music Schools, and discussed in 24 episodes of the Vatican Radio.
It collects the results of the researches on 18th-century music and on Mozart, an author revered as a god for over two centuries. The authors asked themselves the reasons for that cult, and they removed the many clichés from biographies, such as the one of the genius of nature.
Until the last century, the trend was to minimize problems, so as not to disturb the image impressed on the public’s mind. This work, divided into two parts, identifies some contradictory points of the immense Mozartian bibliography, verifies and analyze them.
It reports the sources of each of the almost 2000 citations, to allow the reader to verify them. Mozart The Fall of the Gods – Part 1 is a Copernican revolution that upset the musical world. Now in English!

Per il periodo dal 1781 in poi, la musica da camera e le opere vocali:

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart la caduta degli dei – Parte seconda

Editore: Youcanprint
Pagine: 490, Brossura
ISBN: 978-8892653399
(continua…)

Mozart la caduta degli dei Parte seconda

Per tutto ciò che segue il 1791, e il catalogo tematico delle opere di Mozart:

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart La costruzione di un genio
Editore: Youcanprint
Pagine: 146, Brossura
ISBN: 978-8831632010
(continua…)

Sui rapporti con la massoneria, gli illuminati di Baviera e le altre sette esoteriche:

Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart Il flauto magico
Editore: Youcanprint
Pagine: 318, Brossura
ISBN: 978-88-27826-52-2
(continua…)

Mozart Il flautro magico

Sitografia

Mozart Il flauto magico
www.mozartilflautomagico.it

Mozart La caduta degli dei
www.mozartlacadutadeglidei.it
www.mozartlacadutadeglidei.com

italianOpera
www.italianopera.org
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Lettera del 7 gennaio 1770 di Leopold Mozart a sua moglie
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