Scande Coeli limina, anima sanctissima.
Offertorio K 34 (Catalogo Köchel)
Offertorio WSF 44 (Catalogo Wyzewa / Saint–Foix)
Offertorio K 34
in do maggiore per soprano, coro (SATB), 2 trombe, timpani, 2 violini, basso e organo.
I. Aria per soprano, Andante in do maggiore.
II. Coro, Cara o pignora, per coro (SATB), Allegro in do maggiore.
L’opera è SPURIA perché manca l’autografo. L’attribuzione a Mozart è infatti tarda, ed è ricavata da una copia delle parti del primo Ottocento conservata a Salisburgo. Una mano sconosciuta ha incollato sulla copertina (chissà quando) l’etichetta con scritto che è del Signore Wolfgango Mozart.
Sarebbe stato eseguito a Seeon in Baviera il 21 marzo 1767, ma il luogo è desunto da un’altra copia della partitura. Questa è ancora più tarda, addirittura di metà Ottocento! La data 21 marzo è proposta da Wyzewa / Saint-Foix, i quali suppongono che l’Oratorium debba essere stato scritto per forza di cose per la festa di San Benedetto, che cade appunto il 21 marzo. Solo che i Mozart il 21 marzo non risulta fossero a Seon in Baviera!
Confusione
Nel catalogo di Poggi e Vallora è scritto che Leopold si occupava dell’istruzione del figlio. La notizia è riportata da precedenti biografie mozartiane. A proposito di scuola, l’autore dell’Offertorium, chiunque esso sia, non dovette certo brillare in latino. Il testo all’inizio del brano è del coro che chiama l’anima di San Benedetto, e il compositore l’affida al Soprano. La seconda parte è la risposta del Santo che è cantata invece dal coro. Immaginiamo la faccia dei padri benedettini, che al contrario il latino lo masticavano bene.
Di Mozart e delle sue Opere parla in dettaglio il libro Mozart la caduta degli dei di Luca Bianchini, Anna Trombetta, Lecce, 2018. Per l’Offertorium Scande Coeli limina vedi Mozart la caduta degli dei alle pagine 295, 296.
Partitura
Qui sotto la partitura dell’edizione Breitkopf che attribuisce l’Oratorio senz’altro a Mozart!