Il nome di Mayr non è messo a caso e neppure è frutto di disattenzione o di un’aggiunta. Neppure è un caso, vedremo, se è specificato il titolo di “Maestro”.
Tra l’altro: la Sinfonia del Verter e specialmente l’Aria di Ambrogio hanno temi mayriani tratti da opere di Johann SImon Mayr e ormai identificati. Anche la Polacca di Paolina (scritta “Polaccha” nel manoscritto) è musica tedesca. Uno dei copisti del Verter (sempre che non sia Mayr stesso) ha scritto la parte più rilevante dell’opera (Arie, Recitativi accompagnati e pezzi di insieme) e collaborava con Mayr al San Samuele di Venezia (copiò il Sisara nel 1793).
Il Verter ha pure un carattere giovanile e settecentesco da confrontare con le farse di Mayr e non, è ovvio, con le opere serie.
Abbiamo rovistato tra gli studi più recenti: che la Sinfonia sia mayriana l’aveva sostenuto PierAngelo Pelucchi per la Fondazione Donizetti di Bergamo e per la Fondazione Mayr di Ingolstadt. Lui l’ha studiata e datata ipoteticamente al 1797.
Il pezzo è stato eseguito nel 1997 al Teatro Donizetti di Bergamo, per celebrare appunto Donizetti e il suo Maestro Mayr:
“L’apertura e la chiusura non potevano che essere affidate a due composizioni di Johann Simon Mayr. La prima appartiene alla farsa sentimentale Verter, composta a Venezia intorno al 1797 su libretto di Antonio Sografi. Si tratta di una sinfonia convenzionale, che tuttavia già evidenzia la nuova concezione del crescendo, struttura che venne codificata ed ampliata dallo stesso Mayr. Solo pochi anni separano il Verter da I Virtuosi a Teatro, altra farsa composta per Venezia nel 1801; eppure l’evoluzione stilistica mayriana si può dire ormai completata”.
PierAngelo Pelucchi