Abbiamo scoperto quest’opera nel 1994. Il libretto del Verter di Mayr è tratto dalla commedia omonima di Antonio Simeone Sografi (ricavata a sua volta dalla prima traduzione italiana del Werther di Goethe pubblicata a Poschiavo dal barone De Bassus, mecenate di Mayr, nel 1782).
Abbiamo pubblicato un’analisi del Verter in “MAYR, DE BASSUS, AMBROSIONI E GLI ILLUMINATI DI BAVIERA: contributo sulla musica massonica di Mayr e sul commercio di libri, che videro coinvolti il compositore tra Poschiavo, Bergamo e Venezia”, italianOpera 2003.
In questo lavoro è ampliato e approfondito l’intervento “MAYR, DE BASSUS, AMBROSIONI E GLI ILLUMINATI DI BAVIERA …” richiesto a Luca Bianchini il 25 giugno 2001 dal Comitato bergamasco per le celebrazioni mayriane in occasione dei 200 anni dalla nomina di Giovanni Simone Mayr come Maestro di Cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo (1802-1902).
Nella prefazione ringraziamo il Comitato delle celebrazioni mayriane, costituito da Francesco Bellotto, Giulio Orazio Bravi, Pieralberto Cattaneo, Marcello Eynard, Valeriano Sacchiero, Rodobaldo Tibaldi, Virgilio Bernardoni e PierAngelo Pelucchi, per il contributo versato a Luca Bianchini nell’ottobre del 2002.
Le nostre ricerche integrano gli Atti del Convegno; per l’utilizzo o la citazione anche parziale del testo chiediamo siano citati i nomi di Anna Trombetta e Luca Bianchini.
Il testo, qui riassunto, è diviso in introduzione e tre parti: nella prima si tratta della musica del Verter e si dimostra che è di Johann Simon Mayr, nella seconda si analizza il libretto del Verter di Mayr e lo si confronta con l’edizione del 1802, pubblicata a nome di Domenico Camagna e con musica di Vincenzo Pucitta, nella terza si traggono le conclusioni e si ricostruisce la storia dell’opera.